Lo studio di Langue e Parole, sviscerato nel Cours De Linguistique Generale, affronta numerosi dubbi e perplessità. In un’ottica il più possibile esterna ai concetti che si prendono in esame, ci si trova ad avere a che fare con un tema sfuggente, difficilmente imbrigliabile in norme e regole. Essendo però caratteristica propria dell’uomo cercare di organizzare ogni ambito del sapere in maniera chiara e schematica, risulta essenziale tentare di normalizzare anche ciò che ci sembra inafferrabile. Da qui l’esigenza di approcciarsi alla Langue non come prodotto individuale connesso alla propria percezione intima della realtà, ma come rete comune sociale, riscontrabile nei segni linguistici, a loro volta analizzabili e classificabili in base a catalogazioni e leggi specifiche.
In questa angolatura separatista la Langue deve essere necessariamente contrapposta alla Parole, frutto di un’elaborazione psichica che trascina con sé implicazioni irregolari e spesso contraddittorie. Non è possibile, dunque, affondare le mani in un’analisi che preveda scambi di informazioni tra un sistema linguistico e la sua realtà esterna. È indispensabile studiare il sistema come convenzionale e collettivo, rimanendo lontani dal codice mentale astratto.
Nonostante si tenti di percorrere unicamente il seminario scientifico, ci si rende conto che il mondo è obbligatoriamente il campo nel quale la Langue si manifesta, e l’arbitro indiscusso della realtà è il tempo. Come conciliare il divenire del tempo con l’immutabilità che un sistema sclerotizzato richiede? A tal proposito entrano in gioco i concetti di sincronia e diacronia. La Langue diventa oggetto di studio in un determinato periodo storico, fisso nella sua apparente immutabilità e per questo scomponibile[1].
L’oggettività intrinseca del metodo scientifico si riflette, in ambito linguistico, nella collettività, unica esponente della perfezione linguistica; è solo tramite l’unione di più gruppi di parlanti che si può ricostruire una lingua compiuta ed esauriente. L’esperienza del singolo viene sacrificata a fronte di una ricostruzione comune. Infine è importante sottolineare come nella Langue confluisca anche il concetto di linguaggio. Il linguaggio abbraccia la teoria innatista di una facoltà preesistente nell’uomo di costruire un linguaggio, di separare idee e di trasmetterle[2]. La Langue, in conclusione, diviene il K matematico di un preciso momento storico, la costante fissa di un sistema con il quale scambia relazioni non determinate.
[1] Ferdinand de Saussure, Cours de linguistique générale, capitolo II, Mutabilité.
[2] Ferdinand de Saussure, Cours de linguistique générale, introduzione, pag.26.